Parte “Adotta un Produttore”: il nuovo progetto ADG patrocinato dal MAECI

Roma, 1° dicembre 2020 – Gli Ambasciatori del Gusto scendono in campo a sostegno della filiera enogastronomica annunciando l’inedito progetto di comunicazione Adotta un Produttore.

Patrocinata dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), l’iniziativa, rigorosamente a carattere no-profit, conferma l’impegno dell’Associazione nella difesa e promozione del Made in Italy e del “saper fare” italiano.

In uno dei momenti più critici per l’intero settore della ristorazione sono proprio i ristoratori, i maitre, i pasticceri, i pizzaioli, i panificatori, i gelatieri e tutti gli imprenditori coinvolti, a tendere la mano alla filiera dell’horeca rendendo omaggio, tramite un racconto in prima persona, ai produttori italiani di loro fiducia.

Un atto di riconoscenza verso l’eccellenza dei prodotti e di stima nei confronti delle persone.

Come si evince dal nome del progetto, si tratta di relazioni che vanno oltre il sistema professionale e oltre il concetto di sostegno assistenziale, che nulla ha a che fare con l’iniziativa: l’adottare implica il “fare proprio” e l’accogliere qualcosa o qualcuno nella propria famiglia, sostenendolo perché si crede in lui, senza secondi fini. Con “Adotta un Produttore”, gli Ambasciatori del Gusto si fanno portavoce di quelle storie di eccellenza, di amicizia e di reciproca fiducia che insieme contribuiscono a rendere l’offerta enogastronomica italiana unica e apprezzata in tutto il mondo.

Al pari, il progetto ribadisce da un lato la necessità – sempre più urgente – di investire nella salvaguardia e nella promozione dell’intera catena del Made in Italy che proprio su questi produttori (e prodotti) basa tutto il suo valore economico e sociale. Dall’altro, vuole evidenziare con forza come “cuochi” e “produttori” appartengano alla stessa filiera e come il legame che unisce il piatto in tavola con la cucina e il produttore sia sempre più stretto e diretto. E come tale vada regolamentato e promosso.

Sostegno, valorizzazione ma anche informazione e maggiore consapevolezza per il fruitore finale.

Il progetto si concretizza in una call to action a cui, da oggi e per i prossimi sei mesi, gli Ambasciatori del Gusto sono chiamati a raccontare – sui canali social dell’Associazione – il rapporto che li lega ad un fornitore e al suo prodotto.

Il risultato sarà una narrazione inedita e trasversale a tutto il settore, in grado di raccontare e far conoscere il meglio del Made in Italy.


GLI AMBASCIATORI DEL GUSTO IMPEGNATI NELLA V SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO

Roma, 20 novembre 2020 – L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (ADG) si conferma un importante punto di riferimento per la valorizzazione della cultura enogastronomica italiana ed è partner del gruppo di lavoro che promuove la V Settimana della Cucina Italiana nel Mondo che si svolgerà nella seconda metà di novembre 2020. Un impegno che continua a crescere anno dopo anno registrando, dal 2015 ad oggi, la presenza degli Ambasciatori del Gusto in più di 50 città e 35 Paesi. In questa particolare edizione ADG ha contribuito all’organizzazione di appuntamenti culinari, culturali e formativi promossi dalle Ambasciate Italiane nel mondo che, stante la drammatica pandemia in corso, verranno realizzati in formato digitale o in versione “phygital”. 

Europa ma anche Russia e Stati Uniti. La Presidente Cristina Bowerman il 23 novembre terrà una masterclass tematica sul riso organizzata dall’Ambasciata Italiana a Londra e con la collaborazione di Riso Buono.

Sempre Cristina Bowerman insieme agli Ambasciatori Stefano Masanti, Gianluca Fusto, Nino Mosca e Claudio Chinali saranno impegnati a lasciare la propria testimonianza in Turchia. Qui l’Ambasciata italiana ha previsto una serie di lezioni e conferenze tematiche dedicate alle scuole di Ankara, in particolare la Bilgi University, la Bilkent University, la Özyeğin University e la scuola di cucina TCA, oltre ad una duplice attività (webinar e workshop) per le scuole di Instanbul. Si parlerà di cucina italiana come fonte di ispirazione e modello da replicare, come esempio di cucina tradizionale tramite cui combattere la diffusione dello spreco nonché asset strategico nel rapporto tra hotellerie, grande distribuzione e ristorazione del Paese. Nell’intento di promuovere la storia della cucina italiana e salvaguardare alcuni dei prodotti più legati alla sua tradizione, alcune delle ricette proposte durante le sessioni, in particolare dall’Ambasciatore Claudio Chinali, avranno per protagonisti l’aceto balsamico e il Grana Padano

Per la Russia sarà invece l’Ambasciatore Giuseppe Carrus il protagonista del webinar “L’Italia del vino tra piatti, tradizioni e colori: come abbinare i vini ai piatti della tradizione italiana” durante il quale, partendo da quattro piatti in grado di rappresentare e raccontare l’Italia dal nord al sud, presenterà un tris di abbinamenti vino (territoriale, cromatico e tecnico). 

Un’attenzione al vino che viene ripresa anche in Scozia dove un contest online a numero chiuso e su invito dell’Ambasciata avrà per oggetto la preparazione di un piatto a base di fusilli Pastificio del Campi con pesto mediterraneo dell’Ambasciatrice Bonetta dell’Oglio accompagnato dal contributo del sommelier, l’Ambasciatrice Mariella Caputo che presenterà in abbinamento al Berlucchi 61 Nature. In palio un box firmato Pastificio dei Campi e una bottiglia Berlucchi ’61 Nature

Gli Ambasciatori Franco Pepe e Peppe Guida saranno invece impegnati in due workshop, rispettivamente a tema pizza e cucina italiana, organizzati dall’Ambasciata Italiana in Israele: si terranno entrambi il 23 novembre uno alle 12.00 e l’altro alle 16.00 (ora italiana). Gli eventi saranno trasmessi in diretta streaming sul canale Facebook dell’Ambasciata (https://www.facebook.com/ItalianCuisineWeek).


ADG: al via i progetti sostenuti con i fondi ricevuti da 50 Best for Recovery

Roma, 16 novembre 2020 – A giugno 2020, l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (ADG) è stata scelta dal progetto internazionale 50 Best for Recovery come unica realtà italiana senza scopo di lucro a cui destinare fondi a sostegno dei ristoratori e del loro personale.

Con la somma di denaro ricevuta, pari ad un ammontare di 22 mila euro, gli Ambasciatori del Gusto annunciano oggi la messa a punto di due progetti di immediata realizzazione volti a dare un supporto concreto a tutti gli associati.

Riparte con nuovi obiettivi la collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio attivata nel 2019 e considerata estremamente preziosa soprattutto alla luce delle difficoltà vissute dal comparto in questi ultimi mesi. L’attività prevede l’attivazione di focus group contingenti alle effettive esigenze degli associati e la realizzazione di webinar tematici con scopi informativi e divulgativi. A questi si aggiunge un servizio di counseling psicologico a tariffe agevolate riservato agli associati ADG. Si tratta di un progetto pilota, il primo in Italia che avvicina gli studi sui livelli di stress lavoro correlato al mondo della ristorazione, ritenuto particolarmente utile in un momento sfidante come questo. 

È importante per noi sottolineare la coraggiosa intuizione della Presidente ADG Cristina Bowerman nel dare il via a questa collaborazione. Da parte nostra accogliamo la prosecuzione di questo progetto con ADG con estrema soddisfazione, con fiducia e con estrema responsabilità. La soddisfazione nasce dal fatto che questa collaborazione che stiamo portando avanti insieme rappresenta una novità nel nostro Paese ed ha l’obiettivo concreto di dare risposte e soluzioni efficaci. Siamo fiduciosi perché la nostra categoria è in grado di mettere a disposizione competenze e fornire strumenti utili sia a livello individuale che organizzativo. Sentiamo anche una grande responsabilità perché è un momento storico/sociale estremamente critico per il nostro Paese e in particolar modo per tutto il comparto della ristorazione e per tutte le famiglie che ne dipendono e il nostro contributo può rappresentare un importante aiuto e sostegno” commenta David Pelusi Tesoriere dell’Ordine Psicologi Lazio, coordinatore del progetto.

Contestualmente sarà presto messo a disposizione degli associati un nuovo servizio di consulenza focalizzato sulla comunicazione aziendale, elemento diventato imprescindibile nella definizione di una strategia di business efficace, a maggior ragione in un periodo in cui “comunicare” significa “esistere”. A questo proposito, nell’intento di aiutare chi oggi non ha gli strumenti e le competenze necessarie a gestire tale aspetto, ma anche di supportare chi è già avanti nell’uso strategico degli strumenti di comunicazione, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto e l’agenzia ANONYMOUS, gli associati che ne faranno richiesta potranno usufruire di una consulenza personalizzata che include: uno screening della propria comunicazione online e offline; una scheda di suggerimenti volta a migliorare la qualità delle azioni messe in campo; alcune ore di affiancamento personalizzato. Tra tutte le realtà affiancate ne verranno poi selezionate alcune a cui verrà garantito un mese di consulenza a titolo gratuito. 

Ambasciatori del Gusto nasce per dare voce a tutti quei cuochi, ristoratori, pizzaioli, sommelier, persone di sala, pasticcieri e gelatieri italiani che attraverso il proprio mestiere si sono distinti nella valorizzazione del nostro patrimonio agroalimentare ed enogastronomico. Una categoria che mai come quest’anno ha sofferto e che merita tutto il nostro aiuto per ripartire. Per questo vogliamo mettere subito a frutto di tutti i nostri Associati i fondi ricevuti dalla 50 Best Organization: sapere di essere gli unici in Italia ad averli ricevuti è motivo di grande orgoglio e ci fa sentire meno soli. La ristorazione italiana, e le persone che la rendono un patrimonio nel mondo, non va abbandonata” dichiara Cristina Bowerman, Presidente Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto


Siamo pronti a fare sacrifici per la salute pubblica ma chiediamo rispetto, chiarezza e certezze economiche

Roma, 25 ottobre 2020 – “Lo abbiamo già dimostrato con i fatti e lo ribadiamo: siamo pronti a fare sacrifici per la salute pubblica e per il bene del Paese ma chiediamo rispetto per la nostra categoria attraverso un concreto coinvolgimento nel processo decisionale e un immediato chiarimento circa le misure economiche necessarie per non fare fallire l’intero settore della ristorazione”. È questo l’appello dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto in risposta all’odierno Dpcm che impone a tutti i locali una chiusura anticipata alle ore 18.00.

Un grande e confermato senso di responsabilità a cui si associa un’urgente richiesta di ascolto e chiarezza.

“Abbiamo accettato e rispettato tutte le regole fin qui imposte; per adeguarci abbiamo sostenuto importanti costi e sacrifici per i quali in molti casi stiamo ancora aspettando il sostegno promesso. Stavamo lentamente ripartendo ma ora, per la ristorazione intera, è di nuovo semaforo rosso. Siamo disposti ad accettarlo a condizione che vengano immediatamente previste e precisate tutte le relative misure economiche e finanziarie. Parliamo in primis della defiscalizzazione dei contributi di tutti i dipendenti, del credito d’imposta per gli affitti e del compenso diretto oggi annunciato. Ribadiamo l’appello, e la disponibilità, al dialogo con le Istituzioni. Un dialogo che deve essere preventivo e costruttivo. Non si tratta di concessioni ma di diritti, senza i quali questa volta non riusciremo più a rialzarci”.


Il coprifuoco ai ristoranti? Misura inutile, incoerente e discriminatoria - l'appello degli Ambasciatori del Gusto

Roma, 5 ottobre 2020 – “No alla chiusura anticipata dei ristoranti”. L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto risponde con forza alle anticipazioni diffuse nelle ultime ore circa un nuovo coprifuoco a cui sarebbero sottoposti. Misura giudicata inutile, incoerente e discriminatoria.

I ristoranti non sono la causa della movida incontrollata. Imporre una loro chiusura anticipata non porta ad alcun risultato concreto in termini di lotta agli assembramenti che di fatto si verificano fuori dai locali. Se l’intenzione del Governo è quella di mettere in atto un piano di prevenzione questo deve svolgersi dove il pericolo sanitario c’è veramente e quindi in primis lungo le strade e nelle piazze dove si verificano assembramenti e dove purtroppo non ci sono controlli. Va difeso il servizio al tavolo, che prevede il rispetto di tutta una serie di standard qualitativi.

I ristoranti infatti si sono adoperati per mesi al fine di adottare le misure di sicurezza richieste dalle nuove norme (Fase Ripartenza) dettate dallo stesso Governo. Imporre ora una chiusura anticipata significherebbe rendere vano tutto quello che è stato fatto e gravare pesantemente su una categoria che con fatica e sacrificio sta cercando di ripartire.
Lo scenario economico non può che essere drammatico e preoccupante: se un ristorante deve chiudere alle 23, quel ristorante non aprirà nemmeno.

“Di fatto è mettere in ginocchio un’intera categoria attivando un lockdown camuffato” dichiara Cristina Bowerman, Presidente degli Ambasciatori del Gusto che a nome di tutti gli associati aggiunge “È impensabile e discriminatorio. Il comparto della ristorazione è il primo ad essersi attivato per garantire il rispetto delle regole che oggi invochiamo a gran voce. Chiediamo che la norma escluda tutti i locali dove viene offerto un servizio al tavolo che implica un obbligo di controllo per il gestore e uno standard qualitativo già in atto. Se ciò non accade il settore della ristorazione italiano morirà. Peraltro ci chiediamo, quali misure di supporto all’occupazione sono previste? Che ne sarà della norma che ci sollevava dai pagamenti degli F24 per 4 mesi a fronte del ri-arruolamento del personale? È palese che alla chiusura del locale farà seguito una nuova cassa integrazione”.


Il Bonus Ristorazione proposto dalla Ministra Bellanova è legge: promossa l'idea degli Ambasciatori del Gusto

Stanziati 600 milioni di euro a beneficio della ristorazione. Si tratta di un evento storico, è la prima volta che questo comparto riceve un sostegno concreto, diretto e di tale portata. Il lavoro di questi giorni, sviluppato anche attraverso i media, ci ha permesso di sensibilizzare l’opinione pubblica per tutelare la norma soprattutto nell’ultimo miglio, quando ipotesi alternative, meno efficaci e più ideologiche, si sono affacciate all’orizzonte.

“Continueremo la nostra azione nel percorso di conversione in Legge, chiedendo a tutte le forze politiche di sostenere il settore attraverso la più ampia dotazione del Fondo. Siamo disponibili e rinnoviamo sempre la nostra volontà di essere coinvolti nei tavoli di lavoro, specialmente in quelli che da ora in poi riguarderanno gli aspetti attuativi del decreto” sostiene Gianluca De Cristofaro, Responsabile Tecnico Scientifico dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.

Questa misura fornisce un sostegno economico a un comparto duramente colpito, permette di promuovere i prodotti agroalimentari italiani e di agevolare il dialogo tra tutti gli attori della filiera. Un aiuto concreto per chi lavora poco, perché quei 2.500/3000€ acquistati, lavorati e venduti, generano 6/7000 € di guadagno.

“Si è trattato di un lavoro di squadra, in cui ogni singolo giocatore ha fatto la sua parte. Governo, Ristorazione, Produttori. Siamo partiti da un’idea che ritenevamo giusta con obiettivi a favore di tutta la ristorazione e non del singolo, l’abbiamo costruita e sostenuta con professionalità” ricorda Cesare Battisti, Segretario Generale dell’Associazione. 

Uno schema di gioco che ha portato a un ulteriore importante traguardo: l’attenzione da parte delle Istituzioni verso un comparto sempre troppo poco coeso e mal percepito. La Ristorazione, e in particolare le tante Associazioni che hanno aderito a #FareRete, hanno avviato una rivoluzione in tal senso.

“Ora dobbiamo tutelare e consolidare la credibilità del settore faticosamente costruita in questo periodo” prosegue Cesare Battisti; “Mi auguro che tutti superino la logica del personalismo e dell’opportunismo, abbiamo l’occasione di realizzare misure importanti per il comparto, ma serve coraggio e visione d’insieme, meno foto e più fatti, meno sorrisi e più competenza” conclude Gianluca De Cristofaro.


Riso Buono: storia di una rinascita

La parola chiave del 2020 è senza dubbio “ripartenza”: ma non è un concetto nuovo, anzi. Da milioni di anni la natura, ogni anno, si prende le sue pause e riparte. I cicli delle stagioni, delle semine e delle raccolte da sempre scandiscono le nostre vite con continue rinascite. 

La “ripartenza” che stiamo vivendo in questi mesi, quindi, ci è sembrata il momento migliore per parlare di Riso Buono con Cristina Brizzolari, la sua titolare. Riso Buono non è solo un’azienda che per scelta ha deciso di seguire i cicli della natura nel modo meno intermediato possibile: è anche un progetto che in se stesso rappresenta una rinascita. Ma di questo parleremo tra poco; prima di tutto abbiamo fatto qualche domanda a Cristina Brizzolari, per sapere com’è tornato a muoversi il suo progetto imprenditoriale.

Da cosa siete ripartiti? 
“Dopo un momento così difficile per tutti, ripartiamo dalla semina. Metaforicamente ma anche materialmente: siamo nel periodo di semina del riso. Anche quando si prende le pause la natura non si ferma e non si è mai fermata: con lei l’agricoltura. Seminare vuol dire guardare al futuro.”

Come vedete il futuro dell’agroalimentare italiano?
“Vedo che si è diffusa una maggiore consapevolezza, da parte dei consumatori finali, nella scelta dei prodotti. Questo vuol dire che chi si siede a tavola è sempre più informato riguardo a ciò che arriva sul suo piatto. La ristorazione porta avanti questa attenzione nella scelta degli ingredienti e nella necessità di fare rete con i produttori, stabilendo relazioni di fiducia e sinergie. Più si conosce un produttore, più si ha fiducia nella qualità dei suoi prodotti e nella cura che c’è dietro.”

 Come vorreste che fosse il futuro dell’agroalimentare italiano?
“Vorrei che ci fosse un maggiore rispetto della natura. Il Covid ci ha mostrato molto chiaramente cosa succede al mondo quando diminuisce l’inquinamento: città senza smog, aree verdi ripopolate, mare rinato. L’agroalimentare può e deve fare la sua parte per difendere la natura, perché si tratta di difendere la sua ragione di vita.”
Il ritorno alla natura è un elemento centrale nella storia dell’azienda piemontese proprio perché come progetto nasce da un ritorno, da una ripartenza: quella di Cristina Brizzolari.

L’imprenditrice non aveva mai messo piede in una risaia, fino a quando il suocero Luigi Guidobono Cavalchini le chiese di occuparsi della ristrutturazione dell’antico casale di famiglia a Casalbeltrame, in provincia di Novara. Se un luogo unisce una grande storia a una straordinaria bellezza naturale, innamorarsene è facile: così successe a Cristina Brizzolari, che rimase stregata dalle risaie e capì che in quelle rovine del passato c’era un progetto per il futuro. Dal 2011 a oggi, dopo aver studiato, imparato a guidare il trattore e indossato milioni di volte gli stivali di gomma, Cristina Brizzolari è riuscita a fare innamorare di questo territorio e dei suoi prodotti anche gli Chef di tutto il mondo: oggi troviamo Riso Buono in giro per l’Europa, negli States, in Oriente.

Il riso, poi, è nutrimento anche per l’anima: in forma di storia e cultura. Storia, perché nel DNA del Novarese ci sono le risaie, e proprio alle tradizioni della lavorazione del riso è dedicato il Museo Etnografico ‘L Civel, ospitato in una cascina donata al Comune dal Barone Cavalchini Garofoli. Cultura, perché Riso Buono è fornitore ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN) e presente nelle degustazioni dei Corsi di Laurea e nel Laboratorio di Analisi Sensoriale. A una terra così generosa non si poteva che cercare di restituire, almeno in parte, i doni.

E proprio le due varietà di Riso Buono, Artemide e Carnaroli, sono quello che nel piatto esprime meglio la ricchezza di questa terra.

L’Artemide deriva da un incrocio naturale tra il riso Venere e il Basmati. È un riso integrale, aromatico, di colore scuro e dall’aroma intenso e gradevole. Il Riso Buono Artemide è tra i più sani sul mercato: ricco di Vitamine del gruppo B, di Minerali quali Calcio, Selenio, Zinco, Magnesio e Ferro e con più Antociani (antiossidanti) della frutta rossa. Un riso perfetto da abbinare a pesce e formaggi.

Il Carnaroli è un riso classico, selezionato e trattato per esprimere al meglio le sue caratteristiche: ricco di amido (da cui la sua nomea di Principe dei Risotti), riesce ad acquisire la massima qualità solo dopo un processo di invecchiamento chiamato “dell’Agin”. Questo metodo di lavorazione, usato da secoli, fa sì che quando è pronto il Carnaroli Riso Buono abbia notevolmente aumentato il suo volume, disperdendo meno minerali e amido durante la cottura. 

Natura, storia, tradizione: questi sono gli ingredienti di Riso Buono, ma senza dimenticare la modernità. Cristina Brizzolari, infatti, ha portato in azienda un modo di lavorare agile, che usa la tecnologia e permette di gestire tutto a distanza tramite cloud: una Mondina 2.0 che ha saputo unire passato e futuro.

A proposito: che progetti ha Riso Buono per il futuro?
“Rallentare. Dedicarsi ancora di più alla ricerca e alla cultura del mangiare sano. E buono.”

Rinascere è anche questo: scegliere un ritmo diverso.


founder Soplaya

La startup Soplaya premiata da ADG nel 2019 raccoglie 3,5 milioni di euro nel primo round di investimento

Milano, 14 luglio 2020 – A dieci mesi di distanza dalla vittoria del bando Premiare l’Eccellenza messo in palio e consegnato dall’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (AdG), la startup Soplaya mercato digitale che collega chef e ristoratori direttamente ai produttori – raccoglie il primo round istituzionale di investimento pari a 3,5 milioni di euro.

Il round è guidato dal gestore di Venture Capital P101 SGR, attraverso il suo secondo veicolo P102 e il fondo di venture capital ITALIA 500, istituito da Azimut Libera Impresa sgr e gestito in delega da P101. Il round è stato condotto in co – investimento con CDP Venture Capital SGR – Fondo Nazionale Innovazione.

Fondata nel 2018 da Mauro Germani, Gian Carlo Cesarin, Ivan Litsvinenka e Davide Marchesi, Soplaya era stata selezionata dagli Ambasciatori del Gusto in forza della sua visione innovativa e delle capacità di offrire un servizio utile a tutta la filiera dell’enogastronomia. La società aiuta infatti i ristoratori a semplificare gli acquisti e risparmiare sulle forniture e offre ai produttori un accesso semplice e remunerativo al mercato. Grazie ad una piattaforma end-to-end proprietaria e a un modello logistico modulare e scalabile, la start-up garantisce una varietà più ampia di prodotti spesso introvabili tramite i grossisti classici, la consegna in 12-24 ore da tutti i fornitori senza minimo d’ordine, un risparmio medio del 20% rispetto ai canali tradizionali, e una serie di strumenti come il riordino in un click, il confronto prezzi, e i dati per l’analisi del food cost. Negli anni Soplaya è cresciuta a ritmi sostenuti, superando il milione di euro di vendite in due anni e realizzando un aumento del fatturato di 2.64x nel 2019, grazie anche al lancio dell’evento Futuro e Ristorazione, il vertice annuale sulle innovazioni nella ristorazione. Nel 2020, inoltre, è stato lanciato un canale di vendita B2C (frescoelocale.it) per andare incontro alle necessità di delivery a domicilio dettate dall’emergenza sanitaria Covid-19: questo ha consentito a Soplaya di mantenere il tasso di crescita in linea con quello degli anni precedenti, incrementare il numero di dipendenti e aiutare l’economia locale durante questo periodo complesso.

I fondi raccolti verranno destinati allo sviluppo e al lancio delle app Android e iOS per i clienti e allo sviluppo di algoritmi che consentono la personalizzazione dell’esperienza dei clienti (Netflix degli ingredienti) oltre che all’ottimizzazione dell’analisi dei dati di acquisto e vendita di ristoratori e fornitori, all’ampliamento del team, e all’estensione del servizio anche al di fuori delle regioni del Friuli Venezia Giulia e Veneto in cui è attualmente presente, con l’obiettivo di raggiungere altre 10 città italiane entro il 2022, per prepararsi all’espansione Europea e raggiungere i €10 milioni di fatturato annuo entro il 2021.

Inoltre, anche grazie a questi fondi la società potrà impegnarsi nel supporto ai ristoratori – categoria fortemente colpita dalla crisi dettata dalla pandemia globale – attraverso lo sviluppo di un’offerta che comprende dilazioni di pagamento fino a 60 giorni, sconti fino a €1000 a cliente, possibilità di ordinare piccoli quantitativi molto frequentemente senza minimo d’ordine e consulenze gratuite per l’individuazione dei prodotti con miglior rapporto qualità/prezzo più adatti al proprio menù e all’identità del proprio locale.

founder Soplaya

Ambasciatori del Gusto unica Non-profit italiana scelta dal programma 50 Best for Recovery

Roma, 16 giugno 2020 – L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (AdG) è stata scelta dal programma internazionale 50 Best for Recovery tra le realtà senza scopo di lucro a cui verrà destinata una donazione volta a sostenere i ristoratori e il loro personale. Si tratta dell’unico ente italiano senza scopo di lucro a beneficiare di questa importante iniziativa che supporterà in totale un panel di 9 associazioni in tutto il mondo (Lee Initiative’s Restaurant Reboot Relief Program (USA), Black Urban Growers (USA), Nosso Prato (Brasile), Eat Out Restaurant Relief Fund (Sud Africa), la National Restaurant Association of India’s Feed the Needy campaign (India), Horeca Next (Belgio), Singapore Cocktail Bar Association (Singapore) e Chefs for Spain, spin off spagnolo di World Central Kitchen, e Ambasciatori del Gusto (Italia)).

È un onore ma anche un’emozione enorme sapere di essere stati scelti da 50 Best for Recovery”  commenta Cristina Bowerman, Presidente degli Ambasciatori del Gusto “mai come in questo momento il settore della ristorazione è piegato: la pandemia da Covid-19 si è abbattuta su tutti noi come una tempesta imprevista e imprevedibile. Ma come nei peggiori uragani il nostro intento è quello di rialzarci e ricostruire. Sapere di avere compiuto azioni e di lavorare a progetti che godono della fiducia della 50 Best Organization, consapevoli di essere gli unici in Italia a poter contare su questi fondi, è motivo di orgoglio e di speranza, aumenta il nostro senso di responsabilità e non possiamo che dire Grazie mentre ci rimbocchiamo le maniche”.

Di seguito la nota che annuncia i vincitori del Programma:
https://www.theworlds50best.com/recovery/coronavirus.html


La Ristorazione al Governo: per ripartire davvero servono 6 misure concrete

Roma, 25 maggio 2020 – L’azione messa in campo dal comparto della ristorazione riunito nel progetto #FareRete e rappresentativo di oltre 100 mila addetti ai lavori in Italia non si ferma. Si chiede al Governo e a tutte le forze politiche l’adozione immediata delle seguenti misure economiche indispensabili per sostenere concretamente la ripartenza dell’intero settore:

  1. 18 settimane di cassa integrazione, consecutive e non frammentate, con la possibilità di prolungamento fino al 31.12.2020 per un reintegro calmierato;
  2. il ristoro del 100% degli affitti per i mesi di chiusura forzata con credito trasferito per legge al locatore e l’applicazione della L.431/98 (affitto calmierato cedolare secca) anche per il commerciale;
  3. l’esenzione del pagamento IMU;
  4. il prolungamento biennale della concessione del suolo pubblico;
  5. il superamento della criticità legata alla responsabilità civile e penale in campo all’articolo 42 del Decreto Cura Italia;
  6. la detassazione sulle risorse umane per gli oneri contributivi e assistenziali e dei benefits sino al 30 giugno 2021 estesa anche alle nuove assunzioni.

A una settimana dall’inizio della cosiddetta Fase 2, #FareRete ribadisce con forza la necessità di un’azione coerente alle effettive esigenze del settore. Confermando la necessità di dialogare con le Istituzioni per l’evidente capacità di fornire ad esse gli strumenti adeguati per la conoscenza del settore e delle proprie criticità, gli imprenditori della ristorazione presentano al Governo anche un piano a medio e lungo termine per valorizzare e difendere non solo il comparto della ristorazione ma in generale tutto il sistema enogastronomico italiano mettendolo il più possibile al riparo da potenziali nuovi drammatici momenti di crisi come il Covid-19.

A tale proposito nel medio termine le realtà aderenti al progetto #FareRete chiedono di:

  1. prevedere l’utilizzo della carta di credito come tutela del fenomeno del “no-show”;
  2. prevedere misure di finanziamento a fondo perduto, destinate specificamente alla ristorazione e vincolate all’acquisto di prodotti alimentari italiani;
  3. attribuire un codice ateco più stringente e identificativo del settore ristorazione;
  4. istituire il registro unico dei controlli approvando definitivamente la proposta di legge ancora pendente in parlamento;
  5. istituire un tavolo permanente presso il Mipaaf (Ministero delle politiche alimentari agricole e forestali) con le associazioni di categoria nell’ottica di uno sviluppo integrato della filiera “dal campo alla tavola” e presso il Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) per pareri tecnici e punti di vista strategici anche nel settore turistico.

Ma è sul lungo termine che il comparto chiede una profonda e radicale riflessione sottolineando come ad oggi in Italia non esista un dicastero dotato di adeguate risorse per rappresentare l’intero settore. Non solo: l’assenza di una “casa istituzionale” a cui fare riferimento rende ancora più difficile il passaggio di informazioni e il contributo concreto che il comparto stesso desidera offrire alle forze politiche.

Si richiede contestualmente di intervenire per i comparti Fiere e Congressi, un indotto  importante per il settore alberghiero e in particolare per i trasporti, gli audiovisivi e soprattutto per il banqueting, con un’incidenza molto alta di personale coinvolto.

Serve un cambio di prospettiva: quelli che fino ad oggi sono stati erroneamente presi in considerazione come artigiani, sono imprenditori. Quegli imprenditori che rappresentano il made in Italy in tutto il mondo e le cui attività contribuiscono al PIL italiano con doppia cifra. Una rivoluzione gentile e concreta di cui il progetto #FareRete si fa portavoce restando in attesa di un confronto.

Questo appello si somma ai due appelli inviati rispettivamente il 2 e il 17 aprile 2020, rafforzati rispettivamente l’11 e il 18 maggio grazie all’appoggio di Filiera Italia e al lavoro svolto con le Regioni, attraverso cui si è dimostrata capacità e competenza. Senza una visione ampia e prospettica della politica non potrà nascere una concreta cultura d’impresa, senza il necessario dialogo tra le parti non potrà esserci un reale nuovo progetto per il Paese.

FareRete è un progetto che vuole mettere al primo posto il bene comune, nella convinzione che in un momento come questo sia sbagliato, insensato e controproducente pensare alle individualità. Ne fanno parte 31 realtà associative e consortili rappresentative di 100.000 operatori tra cuochi, ristoratori, pizzaioli, panificatori, pasticceri, cioccolatieri, gelatieri, responsabili di sala, tutti uniti per un unico scopo: ADG, Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto; AIG, Associazione Italiana Gelatieri; AMPI, Accademia Maestri Pasticceri Italiani; APAR, Associazione Provinciale Pasticceri Artigiani Reggini; APCI, Associazione Professionale Cuochi Italiani; APGA, Associazione Pasticceri Gelatieri Artigiani; APN, Associazione Pizzaiuoli Napoletani; APT, Associazione Pizza Tramonti; Associazione Ristoranti Follonica; CHIC, Charming Italian Chef; Cibo di Mezzo; Compagnia dei Gelatieri; Conpait, Confederazione Pasticceri italiani; Conpait Gelato; Consorzio Parma Quality Restaurants; EPPCI, Eccellenza Professionale Pasticceria Cioccolateria Italiana; Euro-Toques Italia; FIC, Federazione Italiana Cuochi; Gelatieri per il Gelato; Imprendisud Gruppo Ristorazione; JRE, Jeunes Restaurateurs Italia; La Voce dei Locali di Roma, LPS, Consorzio La Puglia è ServitaLe Soste di Ulisse; Richemont Club Italia; Ri.Un., Ristoratori Uniti; Ristoranti del Buongusto; Ristoratori del Sannio e alto Casertano; Ristoratori Emilia Romagna; Solidus Turismo; Unione Ristoranti del Buon Ricordo.

Per approfondimenti e contatti:
www.ambasciatoridelgusto.it
www.associazioneitalianagelatieri.it
www.accademia-maestri-pasticceri-italiani.it
www.apar.rc.it 
www.apci.it
www.facebook.com/associazionepizzaiuolinapoletani
www.facebook.com/associazionepizzatramonti
www.facebook.com/RistorantiFollonica
www.charmingitalianchef.com
www.cibodimezzo.it
www.facebook.com/compagniagelatieri
www.conpait.it
www.parmaqualityrestaurants.it
eppci.it
www.eurotoquesit.com
www.fic.it
gelatieriperilgelato.com
www.jre.eu/it/italia
www.lapugliaeservita.com
lesostediulisse.it
www.richemontitaly.it
www.ristoratoriuniti.org
www.facebook.com/ristoratoridelsannioealtocasertano
www.facebook.com/Ristoratori-Emilia-Romagna
buonricordo.com
www.solidusturismo.it
www.prenotoio.com
https://www.facebook.com/groups/230646574944205/