Le imprese italiane e quelle familiari in particolare rischiano di scomparire cioè di non aver ricambio generazionale, e spesso ci siamo chiesti: perché? Franco Cesaro e il suo team operano per salvarle facendo entrare le giovani generazioni di imprenditori a fianco dei senior che devono cambiare i paradigmi gestionali.
Il tema di fondo è la voglia di fare impresa, di rischiare, di lasciare un segno del proprio passaggio nel nostro mondo, oggi complesso. Il centro della nostra economia è l’imprenditore senza il quale non c’è lavoro, ricchezza, investimenti, innovazione, rapporto col territorio e l’ambiente. Cioè non c’è sostenibilità, senza imprenditori.
Oggi il saldo fra imprese morte e imprese nate tocca le donne, i giovani sotto i 35 anni, i migranti che, facendo figli più di noi, ci permetteranno di avere clienti, nel futuro. Questi dati ce li fornisce l’ISTAT nella sezione demografia industriale.
Conoscete forse qualche genitore che dice ai figli “studia, risparmia, viaggia, conosci, perché appena puoi creerai una nuova impresa”? Tra l’altro, ovunque, si insegna a gestire l’impresa, a fare i manager. Chi insegna a gestire le persone, ad entrare in banca a farsi un debito, a farsi consegnare le materie da un fornitore, a gestire il fisco, i clienti esigenti e spesso arroganti, ad imparare dalla storia, dalla concorrenza, ad avere orgogliosamente dei Maestri (non necessariamente i genitori) …? Non molti mi pare, anzi l’aspetto demotivante è molto forte.
Due terzi delle imprese familiari italiane non passano alla seconda generazione e solo il 9% alla terza. I motivi li conosciamo tutti e il nostro studio ci lavora da oltre 40 anni, insieme, cercando di salvare le imprese, ma, contemporaneamente, di salvare le famiglie, spesso distrutte da conflitti che, sovente, nascono per motivi economici, per le fatiche, per le solitudini, per il non stare insieme.
La strada è quella di una “pedagogia” rivolta all’imprenditore, il nuovo, ma anche il vecchio, che riscopra la passione, l’amore per la “creazione”, per le sfide difficili, non impossibili, per la cultura del prodotto e per la propria terra, in una logica di multiculturalità e multidisciplinarietà. Redazione a cura di Olab&Partners. Foto selezionate da Olab&Partners #olabnetwork