Simbolo della storia della valle di Fiemme, sorge nel centro storico di Cavalese
Bello e grandioso dal 1398, e per oltre quattro secoli, l’edificio fu di proprietà dei Principi vescovi di Trento che lo destinarono a palazzo di giustizia. Divenne dimora dei loro fedeli vicari vescovili, divenendo residenza estiva degli stessi presuli trentini che si occuparono di ampliarla e soprattutto abbellirla.
Gli affascinanti affreschi che oggi si possono ammirare, popolati da fantastiche creature secondo lo stile delle grottesche, furono realizzati tra il 1537 e il 1540 dalla bottega del vicentino Marcello Fogolino (1438-88/1558?), pittore di corte dei Principi vescovi Bernardo Clesio (1514-1539) e Cristoforo Madruzzo (1539-1567).
Con la secolarizzazione del Principato Vescovile di Trento, il palazzo di Cavalese passò nelle mani di nuovi proprietari. Questi purtroppo, causarono molti danni alla struttura e alle antiche decorazioni.
Dal 1807, infatti, venne utilizzato come carcere giudiziario, prima dal governo bavarese e poi da quello austriaco.
Solo nel 1850 l’edificio divenne di proprietà della Magnifica Comunità di Fiemme che lo acquistò per 3.200 fiorini, trasferendovi i propri uffici e utilizzandolo, per una trentina d’anni, anche come granaio. Nel corso del Novecento e degli anni Duemila furono necessari diversi interventi di restauro, che ridiedero splendore alla nobile residenza.
Dal 2012 il Palazzo è adibito a museo, ospita mostre temporanee e l’archivio storico della Magnifica Comunità di Fiemme. La collezione permanente di dipinti dei maggiori rappresentanti della Scuola pittorica di Fiemme, attivi tra la metà del XVII e la fine del XIX secolo, racconta l’arte e la storia della valle di Fiemme e della sua Comunità.
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