La Comunità della Val di Fiemme ha subito lo scempio della tempesta Vaia nell’ottobre 2018, simbolo degli effetti del cambiamento climatico in atto. Sono ancora visibili le ferite lungo la valle, gli alberi anzi i boschi scomparsi in pochissime ore. Vaia rappresenta il cambio di identità di una vallata intera. Degli effetti del cambiamento climatico in atto che trasforma l’ambiente e, di conseguenza, ha influenza su tutta la catena alimentare ed economica si parlerà in modo approfondito durante tutta la 3 giorni dell’evento con un clou durante i talk di martedì 7 marzo durante il convegno che si svolgerà dalle 9 alle 12.30 circa presso la Magnifica Comunità.  

Vaia fu una tempesta violentissima ha abbattuto molti degli alberi che rappresentavano la ricchezza della valle. Poteva essere un disastro da cui non risollevarsi più, invece è stato uno sprone a ripartire. Uno stimolo a superare il momento di scoramento ed il trauma emotivo. La perdita è rimasta ed ha inciso sulla coscienza e sulla forza degli abitanti, abituati da sempre a vivere circondati dalle foreste. Gli improvvisi vuoti hanno segnato il morale di molti, anche perché sono stati frutto di una sola notte di vento violento.

Ha però vinto la voglia di futuro, di ricominciare, anche gli abitanti più delusi e amareggiati hanno compreso che la foresta aveva ancora intatto il suo potenziale e poteva rinascere e ricrescere. Gli alberi abbattuti hanno creato problemi di recupero, smaltimento, stoccaggio, per dare modo ai forestali di preparare il terreno per la nuova piantumazione. Ma i terreni sono stati sgombrati. Vaia s’è trasformata in una nuova opportunità. Ha anche fatto mutare il modo di pensare al bosco.

Non è più solo il luogo dove poter selezionare e abbattere le piante, non è solo valore economico, ma valore ambientale e protettivo. Lo scardinamento degli abeti e dei larici, ha imposto di immaginare una qualità della vita, legata al rinsaldamento del terremo. La protezione che il bosco può donare mentre cresce maestoso è enorme, e scongiura alcuni dei pericoli legati al riscaldamento climatico, alluvioni e frane. La montagna diventa il baluardo rinsaldato dalle nuove piante, che cresceranno proprio dove Vaia ha strappato le altre.

Nuove scienze boschive aiutano in un percorso di creazione di un habitat ancora migliore, che riesce a stoccare anidride carbonica e reintegra il paesaggio. Lo stesso paesaggio diventa parte del benessere che non apporta immediati vantaggi economici, ma che regala una visione di come sarà la valle in un quarto di secolo. Un modo più intelligente ed intenso di vivere il bosco che non sia solo legname, pinoli e funghi. In modo da ottenere una energia positiva, la possibilità di ottenere dalla tempesta più di quello che ha portato via.

Nuovi boschi che non saranno mono-essenza ma ospiteranno alberi di varie dimensioni ed altezza per compensare la forza del vento. Con apparati radicali più profondi e solidi del solo abete rosso, resisteranno meglio alle folate. La rilettura del modo di fare forestazione è una grande opportunità che la Magnifica Comunità della Val di Fiemme potrà sfruttare appieno. Ogni “regola” sarà parte coinvolta in un progetto che avrà bisogno di tempo per riaffermare la potenza nascosta in ogni ramo e radice del bosco ma, lo vedrà rifiorire. Redazione a cura di Olab&Partners. Foto selezionate da Olab&Partners #olabnetwork