«Per noi il passato è importante, ma lo è di più il presente e la visione del futuro», dice Mario Moretti. Classe 67,  terza generazione della dinastia imprenditoriale fondata da nonno Placido, Mario Moretti è l’amministratore delegato di Moretti Forni, azienda marchigiana leader assoluta nella produzione di forni statici per pizza che con il suo Neapolis 510 ha rivoluzionato il settore. E la sua dichiarazione d’intenti fa capire subito che a Mondolfo, in provincia di Pesaro Urbino, dove nel 2005 è stata trasferita la produzione, nessuno dorme sugli allori.

«Moretti Forni nasce nel 1946 in forma del tutto artigianale. Mio nonno era un elettricista e mise su una piccola officina per la costruzione di forni su misura. Nel 1965, poi, mio padre Marco con il cognato diedero vita a Marotta uno spin off, la Moretti Forni Snc, improntata sulla produzione industriale in serie, che nel 1990 è diventata una Società per azioni», racconta l’ad in azienda dal 1994.

«Oggi siamo il numero uno, sia per fatturato sia per dimensione del mercato dei forni per pizza – sottolinea -. Come azienda ci siamo concentrati sui forni professionali per lievitati per il retail e al mercato internazionale dove, attualmente, è destinato quasi il 75% della nostra produzione che esportiamo in 120 Paesi. Già negli anni 70 eravamo presenti in Europa, ma la grande espansione comincia negli anni 2000 grazie ad accordi con grandi distributori esteri che oggi ci hanno permesso di essere riconosciuti come i più autorevoli produttori internazionali e leader in paesi come Australia, India, Canada e Stati Uniti».

I riconoscimenti sono frutto di un lavoro senza sosta. «L’imprinting aziendale, che è anche personale, è non sentirsi mai appagati. I successi ottenuti ci danno una spinta motivazionale importante che ci consente di puntare lo sguardo sempre in avanti. La nostra è un’azienda molto dinamica che non è mai uguale a se stessa», spiega con lo stesso orgoglio con cui rivendica la paternità dei due claim «registrati» – “Il calore è un ingrediente” e “Smart baking” – che rappresentano la mission aziendale. «Oltre alla scelta delle materie prime, è importante capire che anche il calore è un elemento fondamentale per la riuscita di ogni prodotto».

SOLUZIONI, NON PRODOTTI. «Noi offriamo soluzioni, non prodotti. Il nostro è un bene strumentale attraverso cui il nostro cliente fa business utilizzandolo tutti i giorni – fa notare Moretti -. Questo significa che deve avere precise caratteristiche: fruibilità, risparmio energetico, garantire la perfetta cottura in un mercato tecnologico in continua evoluzione che noi cerchiamo di anticipare». Un’altra caratteristica fondamentale di Moretti Forni è la «disponibilità all’ascolto mettendoci sempre in discussione». Oltre al personale tecnico Moretti Forni si affida anche a professionisti della ristorazione che, da consulenti, ci affiancano sia per lo sviluppo dei prodotti, sia per i nostri workshop. «Ultimamente, oltre a pizzaioli, come Renato Bosco, Salvatore Lionello, Diego Vitagliano e Gino Sorbillo, pasticcieri come Mauro Morandin che ci ha aiutato nella messa a punto del nostro forno statico per pasticceria, Luigi Biasetto e Gianluca Fusto, abbiamo cominciato a collaborare con alcuni chef stellati con cui abbiamo cominciato un percorso legato al forno Proven 400», continua Moretti. Proven 400 è un forno professionale a tutti gli effetti che è integrabile anche in casa perché è incassabile, rispetta tutti i rigidissimi standard di sicurezza domestici e funziona perfettamente con i 3 Kwh di utenza domestica. «Oltre al design, del quale si è occupata Federica  Anniballi, architetto dello Studio AP Architetti, tra le altre caratteristiche di Proven 400 ci sono un piano in pietra intercambiabile con uno in lamiera bugnata per la cottura in teglia, sonda al cuore per i grandi lievitati, valvola automatica per lo scarico vapore e vaporizzazione interna per la cottura del pane. Intravediamo – conclude Moretti – un futuro per tutti i lievitati, dal panettone in poi che noi pensiamo debba essere consumato tutto l’anno».

Mariella Caruso