Roma, 16 febbraio 2021 – “Solo un intervento politico concreto può disinnescare il rischio di collasso dell’intero settore della ristorazione e dell’accoglienza: non possiamo permetterci di disperdere ulteriori risorse economiche e non possiamo resistere ancora a lungo. Il comparto ha necessità riappropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica e sociale, imprescindibile e necessaria per la ripartenza del Paese. Offriamo il nostro punto di vista e le nostre competenze per collaborare in modo attivo e proficuo per tutti. Ogni giorno con coraggio parliamo ai nostri dipendenti e guardiamo al futuro. Chiediamo di adottare lo stesso spirito, con prospettiva e progettualità”.

Con queste parole l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto si rivolge, per la prima volta, al neo Governo. In una lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, l’Associazione si dichiara ancora una volta a disposizione delle Istituzioni e delle parti sociali come punto di osservazione affidabile, competente e strutturato per tracciare, insieme, una via d’uscita dalla crisi economica conseguente alla pandemia e di ripartenza, ribadendo la drammaticità in cui l’intero settore vive ormai da un anno.

“È necessario un confronto sulle azioni più indicate e sulle modalità operative da coadiuvare perché l’Esecutivo possa utilizzare i fondi del Next Generation UE anche per la pianificazione e la programmazione di nuovi interventi strutturali a favore della ristorazione. Ciò permetterà di tracciare e indicare la rotta della ripresa economica del settore, che rappresenta per l’Italia uno dei motivi di vanto nel mondo, innovando la sua funzione con leve e azioni concrete che possano rendergli il giusto ruolo di primato”.

Un appello accorato con cui gli Ambasciatori del Gusto, realtà da sempre portavoce di tutte le categorie imprenditoriali del settore (cuochi, pizzaioli, panificatori, pasticceri, gelatieri, personale di sala, sommelier) auspicano un cambio di passo in grado di costruire un futuro diverso da quello, drammatico, che purtroppo si prospetta per tutto il comparto.

Un cambiamento che non può ovviamente prescindere dall’erogazione dei ristori, che come già più volte sottolineato dagli stessi Ambasciatori devono perdere la connotazione di “sussidi” per diventare veri e propri fondi da ricostruzione. Immediati e proporzionali alle perdite effettive (che in molti casi raggiungono anche il 100% del fatturato), così come già realizzato in altri Paesi europei (Austria e Germania, per esempio).