È ancora l’Italia a mantenere il primato mondiale delle denominazioni con 822 prodotti DOP, IGP, STG registrate a livello europeo, su 3.036 totali nel mondo. Questo è quanto emerso a Roma alla presentazione del Rapporto 2018 Ismea Qualivita, l’indagine annuale che analizza il comparto della qualità alimentare certificata.
I prodotti Dop e Igp sono sempre più un asset strategico non solo dell’agroalimentare made in Italy ma dell’intera economia nazionale. Infatti per il sistema agroalimentare certificato nel 2017 è aumentato il valore della produzione, sono cresciute le esportazioni e si rafforzano i consumi interni nella grande distribuzione. Un patrimonio che supera i 15 miliardi di euro di valore alla produzione, in crescita del 2,6%, che contribuisce per il 18% al valore economico complessivo del settore agroalimentare nazionale.
Il rapporto evidenzia quanto il settore sia in salute e in crescita. Proprio per questo nelle politiche di valorizzazione e di sviluppo tale comparto dovrebbe essere tenuto in forte considerazione e come riferimento. Il dettaglio dell’analisi dimostra che la crescita interessa soprattutto le IG più grandi (quasi l’80% del mercato è determinato da sole 10 denominazioni) con una netta concentrazione nel nord del Paese. Le Regioni Veneto ed Emilia-Romagna trainano il settore delle indicazioni geografiche e Parma, Verona e Treviso risultano le città più ricche di prodotti tipici.
La novità del Rapporto 2018 è la sezione dedicata a Dop e Igp su web e social, una fotografia delle conversazioni e del sentiment on line realizzata sui 50 prodotti food e 50 wine Dop e Igp che contano il maggior numero di follower.
La studio evidenzia come in pochi anni ad oggi l’approccio sia radicalmente cambiato. Nel 2010 molti consorzi non erano neanche interessati ad approfondire le tematiche web. Oggi il 61% delle Ig ha un sito web ufficiale e il 52% ha un profilo social. Dal monitoraggio effettuato su 64 milioni di engagement, tenendo conto di 2,4 milioni di menzioni e dei post effettuati da 1,1 milioni di autori emerge come il sistema Dop e Igp sia un vero e proprio ambasciatore della cultura italiana nel mondo. Un’armata che racconta il paese e i propri territori di origine, diventando così un fenomenale strumento attrattivo per il turismo.
Nonostante l’evidente stato di salute il settore non risulta scevro da talune criticità che potrebbero minarne l’evoluzione. È necessaria da parte degli operatori quindi una riflessione per il superamento di punti di debolezza, come la polverizzazione delle aziende ed una scarsa aggregazione che impediscono ai prodotti una idonea capacità di penetrazione.
Un occhio di riguardo è riservato per l’estero, verso cui dovrebbero essere concentrati maggiori sforzi nelle attività di promozione per garantire la presenza dei prodotti sullo scaffale e nell’attività di tutela. In alcuni mercati, fondamentali per l’attività di export dei nostri prodotti agroalimentari, si rilevano consistenti criticità, dagli USA in cui rischiano di prevalere le spinte protezionistiche, all’Inghilterra in cui si registra un’elevata incertezza sugli esiti dei negoziati per la Brexit. In questo panorama quindi è di fondamentale importanza il lavoro delle associazioni del settore agroalimentare e della ristorazione italiana di qualità, in sinergia con le attività degli organi governativi di Enti ed Istituzioni.
L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto è parte integrante e attiva di questo processo. La missione parte proprio dalla consapevolezza che raccontare e valorizzare significa contribuire allo sviluppo del Paese.