Mimmo De Gregorio
Lo Stuzzichino
Vedi quell’omone cordiale e sorridente che riassetta indaffaratissimo i tavoli, porta via i piatti sporchi, sposta sedie, si accerta che tutto vada per il meglio, il tutto a velocità della luce, e pensi sia un cameriere particolarmente dinamico, un uomo di sala che averne, di così efficienti! No, è proprio Mimmo De Gregorio, classe 1971, al suo Lo Stuzzichino – di Sant’Agata dei Due Golfi, piccolissimo borgo incastrato tra i monti Lattari, «dove la gente ha preservato con cura la propria identità» – del quale è chef, patron e fondamentalmente anima e mente, perché il locale appartiene alla sua famiglia dal 1989, «e porta avanti con grande passione la tradizione dell’osteria italiana», questo il suo vanto.
Una grande trattoria dunque, di quelle che incarnano oggi la storia di un tipo di ristorazione tipicamente tricolore, senza però indugiare in passatismi, nostalgie retrò, tanto meno parodiare un certo mood stile “Belpaese di una volta”, tutta pummarola e mandolino, che pure sarebbe semplice vendere al turista in estasi per la bellezza della Penisola Sorrentina.
De Gregorio no, non vuole essere scontato né didascalico. Punta a una tavola «che esalti con grande competenza i prodotti e i piatti di questo territorio» unico e profondamente affascinante, con piatti che derivano da una scrupolosa ricerca delle materie prime, selezionate pazientemente tra i tanti artigiani, contadini e allevatori che amano questi luoghi.
«Il nostro motto è che l’ospite debba sentirsi sempre a casa sua e che conservi a lungo il sapore delle nostre preparazioni e delle nostre radici». Un lavorare quotidiano costante, animato da grande passione e sacrificio: e che gli è valso tanti premi, tra i quali quello come “Miglior trattoria d’Italia 2015” secondo la guida de L’Espresso.