AMBASCIATORE

E’ il 16 novembre 1992, l’Enoteca Pinchiorri ha da pochi giorni ottenuto il riconoscimento più prestigioso, le tre stelle Michelin. Quella notte però un terribile incendio devasta la cantina del locale. Ricorda Annie Féolde: «C’erano sgomento e paura. L’intera zona sobbolliva. Le fiamme avevano avvolto in poco tempo una vasta area. Si sentivano esplosioni provenire dal reparto Armagnac e Bas-Armagnac. Il fuoco arrivò a un passo dalla caldaia del palazzo: fu solo un caso se non saltò in aria tutto. Giorgio era fuori di sé. Cercai di fermarlo sulla porta della cantina, tra il fumo e il buio totale. Ma lui non sentiva ragioni. Tornò con lo sguardo stravolto e una bottiglia di Chateau d’Yquem del 1820 in mano. Ci sono dei cuochi che hanno trascurato un’esistenza per darsi totalmente alla cucina, Giorgio lo ha fatto coi vini».

L’episodio narra molto di questo silenzioso principe dell’enologia, che ha dato il suo cognome a quello che è forse il principale tempio italiano del berebene. Lui spiega: «Sono stato e continuo a essere un uomo impulsivo, che si lascia portare dall’intuito e da un sesto senso», come quella notte.

Nato a Pavullo nel Frignano il 6 ottobre 1943 ma trasferitosi con la madre in Toscana appena ragazzo, frequenta la scuola alberghiera di Firenze con indirizzo sala, Giorgio Pinchiorri racconta così la sua storia professionale: «Erano gli anni in cui fuori dall’Italia nascevano i primi ristoranti gourmet. A Firenze residenti e turisti avevano un’ampia scelta di trattorie, ma nessun locale veramente innovativo. Lanciando un nuovo trend, mi misi a stappar bottiglie da brivido all’Enoteca Nazionale di via Ghibellina, dove lavoravo come direttore (prima era stato alla Loggia e alla Buca Lapi, ndr). La cosa piacque, i frequentatori aumentarono e la mia compagna francese, Annie Féolde, decise di assecondare e arricchire la tendenza creando degli stuzzichini per accompagnare i vini». Fu l’inizio di un sogno che dura tuttora, neanche le fiamme sono riuscite a farlo svanire: nel 1979 viene acquistato tutto il locale e iniziano i lavori di ampliamento delle cucine e della cantina che si arricchisce di vini francesi, californiani ed altri ancora. Nasce così l’attuale Enoteca Pinchiorri, che oggi conta più di 100mila bottiglie.