«Della mia cucina si dice spesso che è semplice. È verissimo, nel senso che manca di complicazione, eppure sottintende una notevole complessità. La complessità in cucina può essere vantaggiosa, la complicazione mai», spiega Niko Romito in “10 Lezioni di Cucina”. Classe 1974, di Castel di Sangro, dal 2000 gestisce con la sorella Cristiana il ristorante Reale, originariamente nato come pasticceria di famiglia. Broker mancato, poi cuoco autodidatta, profondamente legato al suo territorio, in soli 7 anni portato ai massimi riconoscimenti possibili, a cui si sono aggiunti importanti premi in Italia e all’estero
È chef per caso: studente di Economia a Roma e con progetti nel mondo della finanza, nel 1998 risale alla sua Rivisondoli, in Abruzzo, intenzionato a chiudere il locale aperto due anni prima dal padre Antonio, ammalatosi improvvisamente. Scatta qualcosa: non sbaracca, rilancia, con la complicità di Cristiana, che guida tuttora la sala. Ma Romito è un esordiente totale, così fa corsi all’Étoile di Sottomarina e compie stages decisivi al fianco di Valeria Piccini e Salvatore Tassa. Ne esce un capolavoro: il Reale. Nel 2011 lo trasferisce da Rivisondoli a Castel di Sangro, in un ex monastero del ’500: nasce Reale Casadonna, tre stelle Michelin dal novembre 2013: qui ha inaugurato anche un boutique hotel e una scuola di cucina professionale. Sempre nel magico 2013 ha fondato Spazio, rete di ristoranti-laboratorio gestiti dai diplomati della scuola, modello inedito in Italia. Nel 2016 ha presentato il progetto “IN-Intelligenza Nutrizionale”, innovativo protocollo scientifico di cucina studiato per la ristorazione collettiva, a partire dagli ospedali, in collaborazione con il Gruppo Giomi e l’Università La Sapienza di Roma.
Dell’Abruzzo dice: «Il mio lusso è vivere e lavorare qui».