Gianfranco Pascucci
Pascucci al Porticciolo
Classe 1970, cuoco autodidatta, felicemente sposato con Vanessa Melis, due figli. Gianfranco Pascucci è innanzitutto una persona normale, se l’espressione vuol dire qualcosa. Semmai, ha un surplus di gentilezza, amabilità e umanità rispetto alla media.
Ma lo chef va oltre tutto questo: mano portentosa, bella intelligenza, grande tecnica, passione sconfinata, e il piacere di un triplo riscatto. Numero uno: la prima insegna di Isola Sacra di Fiumicino, affacciata sulla darsena, davanti ai pescherecci che andavano e venivano, era gestita da suo nonno; dopo tanti anni e alterne vicende Gianfranco è riuscito a riprendersi quello stesso locale che nel frattempo era finito in abbandono e insieme a sua moglie, che dirige la sala, ha creato Al Porticciolo, uno degli indirizzi di pesce più “trendy” di Roma e dintorni.
Secondo riscatto: riesce a fare grande cucina in un’area che decisamente non era vocata a questo, piena semmai di ristorantini mordi-e-fuggi e friggitorie da quattro soldi. Terzo e ultimo: innesta questa sua eccellenza nel territorio, facendo rete coi pescatori (niente pesce d’allevamento o importato. E le sue scelte sono sempre coerenti con il rispetto del ciclo biologico), con gli agricoltori, con i produttori della zona e tutelando dall’abbandono e dall’erosione la vicina oasi Wwf, dalla quale ricava quel “gusto del mare” – erbe, alghe – che sono parte fondamentale dei suoi piatti. La stella Michelin, guadagnata nel 2012 e confermata in seguito, ne ha suggellato i meriti.
Pascucci è un vero maestro nel valorizzare il pesce povero e tutti i tagli degli ingredienti, parti meno nobili incluse, come negli Spaghetti con lo stracotto di tonno, dove il ricco sugo per la pasta è preparato con la guancia e la ganascia. Davvero buonissimo.