AMBASCIATORE

Classe 1986, Giacomo Costantini nasce e cresce ad Ascoli Piceno, meravigliosa e poco conosciuta città delle Marche, dove i monti Sibillini da un lato e il Mare Adriatico dall’altro hanno contribuito allo sviluppo di una tradizione culinaria di tutto rispetto.
“Sono cresciuto osservando la cucina tradizionale delle donne della mia famiglia, mia nonna che preparava la sfoglia a mano con una maestria irripetibile, e mia madre che intagliava le olive per il piatto più rappresentativo del nostro territorio, al quale si deve dedicare tempo e amore” spiega Giacomo. “Per me la cucina è proprio questo, è sinonimo di cura, di attenzione ai dettagli e alle materie prime, che fanno sempre la differenza”.

Giacomo cresce, dunque, in un contesto tradizionale, tuttavia presto sviluppa una curiosità particolare verso un mondo lontano, quello del Giappone e della sua cucina. È affascinato dal concetto quasi curativo che in Giappone si attribuisce al cibo e alla sua preparazione, si interessa allo studio delle tecniche di lavorazione, dal taglio del pesce alla cottura del riso.
Dopo diverse esperienze in alcuni ristoranti del centro Italia, decide di volare in Giappone, dove ha la possibilità di vedere all’opera e affiancare veri sushiman e, da allora, nulla è stato più come prima. Lo chef continua a viaggiare, dopo il Giappone visita San Paolo del Brasile e ha l’opportunità di lavorare a fianco di uno chef stellato giappo-brasiliano, avendo modo di osservare un’evoluzione del concetto più tradizionale di cucina giapponese.

Al suo rientro in Italia Giacomo Costantini si dedica completamente alla cucina giapponese, lavora come Executive Chef presso il ristorante Sakato di Civitanova Marche, ma, dal 2021, comincia ad inseguire il sogno di aprire un suo locale proprio ad Ascoli, la sua città natale.
L’incontro con Alessandra Alessandrini, imprenditrice ascolana coraggiosa e visionaria, conduce alla nascita di Tetsu Han Restaurant, nel cuore di Ascoli. Un locale nel quale la visione dello Chef Costantini è rappresentata totalmente nei due menù, quello tradizionale e quello “evoluzione”, ma, soprattutto, nella proposta omakase al bancone, così fortemente voluta da Giacomo e nella quale si può leggere tutta la passione dello chef per questo mondo.

Oggi lo chef intravede un nuovo passaggio evolutivo della sua cucina, il fil rouge della tradizione giapponese, certo, ma solo come punto di partenza verso una proposta più aperta, che vada oltre confini prestabiliti, dalla quale si percepisca che la passione che si esprime attraverso un piatto valica ogni confine e accomuna culture e tradizioni diverse.