AMBASCIATORE

Caparbietà, competenza, passione. Ne ha fatta di strada Davide Oldani, dai tempi in cui era tra gli allievi prediletti di Gualtiero Marchesi. Oggi, nonostante i viaggi in giro per il mondo, non ha mai abbandonato la sua Cornaredo, dove ha messo solide radici. Tutto è partito proprio da qui nel 2003, a pochi chilometri da Milano, dove Oldani ha aperto il D’O, ristorante gourmet ispirato a una filosofia POP, vale a dire approccio rilassato, materie prime umili trasformate con tecniche di alta scuola per una cucina diretta ma con tanto lavoro “dietro le quinte”.

Calciatore mancato, a causa di un infortuno alla tibia, ha intrapreso la strada della ristorazione per non abbandonarla mai. A volte i casi della vita, che sembrano negativi, ci portano proprio dove dobbiamo andare. Tra le esperienze da non dimenticare, Le Gavroche di Albert Roux a Londra, il Louis XV di Alain Ducasse nel Principato di Monaco e Fauchon, quando il capo pasticciere era Pierre Hermè.

Il suo ristorante, oggi bistellato e con la stella verde per la sostenibilità ambientale, ha traslocato a pochi metri dalla prima location per un affaccio sulla chiesetta di San Pietro all’Olmo, scrigno di archeologia e storia millenaria. Da atleta, non ha mai perso il senso di un pasto che deve essere, oltre che buono, bilanciato, salutare, leggero, attento alla stagionalità delle materie prime.

Tra i piatti icona ci sono la sua mitica Cipolla caramellata, equilibrio magistrale tra i contrasti caldo/freddo, morbido/croccante, salato/zuccherino, capolavoro italiano in cucina oggi anche in versione 2.0, e Zafferano e Riso alla milanese D’O, elegante omaggio dedicato al maestro Marchesi creato in occasione di Expo Milano 2015. Negli ultimi tempi ha lavorato a un originale carrello dei formaggi 3.0 seguendo la filosofia “del poco…buono” che ha presentato durante il congresso Identità Milano 2022.

Autore di libri, designer di posate e di accessori per la tavola, volto televisivo: la sua creatività gli fa percorrere strade sempre nuove, senza mettere barriere. Il suo carisma, e la volontà di lasciare qualcosa di sé ai più giovani, l’ha portato ad aprire l’Istituto Alberghiero Olmo, in omaggio a quell’albero che impreziosisce la piazzetta su cui si affaccia il ristorante.

Nel 2008 ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza del comune di Milano ed è parte attiva degli Ambasciatori del gusto, associazione che si prefigge l’obiettivo di difendere e valorizzare la cucina italiana nel mondo.