AMBASCIATORE

Nome impegnativo e tanta umiltà e umanità, di pari passo con la simpatia: Cesare Battisti, nato nel febbraio 1971 a Milano, ha origini trentine e una parentela illustre – sono cugini di primo grado – con l’omonimo irridentista. Il nostro contemporaneo è però un eroe dei fornelli, non combatte gli austriaci bensì la cattiva alimentazione, e lo fa nel suo Ratanà, gioiello liberty incastonato nella Milano contemporanea di Garibaldi-Isola, una specie di oasi del gusto al piano terra della Fondazione Catella e intitolata al Pret de Ratanà, al secolo Giuseppe Gervasini da Retenate, oltre l’Idroscalo, sacerdote d’inizio Novecento che fece tanto bene ai più poveri. Battisti fa del bene ai nostri palati, sciorinando la migliore tavola lombarda in un locale che è la rappresentazione perfetta di un concetto sempre più in ascesa, quello della “trattoria moderna”.

Vi è approdato nel 2009 dopo aver ha viaggiato a lungo, ad esempio sulle navi da crociera della Princess Cruises. Ha fatto anche catering, per il Salumaio di Montenapoleone e il Savini, insomma nella Milano golosa di una volta. Tanta gavetta, che nel 1996 gli ha aperto le porte dell’Antica Locanda Solferino, lui in cucina e Danilo Ingannamorte in sala. Ne è nato un sodalizio che qualche anno più tardi, appunto nell’ottobre 2009 e dopo una parentesi all’Antica Trattoria della Pesa, ha dato vita al Ratanà, insegna coronata subito da grande e meritato successo.

Qui sfodera sapienza tecnica e amore per le buone materie prime nel cucinare piatti che rispettano la tradizione – le sue corde vibrano in particolare, come si è detto, per quella lombardo/milanese – e a volte la ripropongono, ma sempre con un guizzo di piacevolissima creatività, mai però al di sopra dalle righe. Da non perdere, in particolare, i risotti, per i quali Battisti è ormai diventato famoso.