AMBASCIATORE

Classe 1970, friulano di San Vito al Tagliamento, ma cresciuto a San Daniele, la terra del prosciutto, è uno dei Marchesi Boys per eccellenza, chef cresciuti sotto l’ala di Gualtiero. Un’altra singolarità lo accomuna al Maestro della tavola tricolore: quella di aver ottenuto le due stelle al Trussardi alla Scala un anno dietro l’altro (2008 e 2009), evento che prima di lui era riuscito proprio a Marchesi tra il 1977 e il 1978 nel mitico indirizzo di Bonvesin della Riva, là dove anche il friulano aveva iniziato a prendere confidenza con l’alta cucina, nel 1989. Esperienza fondamentale, quella, cui via via si sono aggiunte altre, nelle migliori insegne di mezza Europa: Mossiman’s a Londra, Pinchiorri a Firenze, Louis XV a Montecarlo. E la Taverna di Colloredo a Monte Albano, Udine.

Lasciato il timone del Trussardi nel 2012, dopo 7 anni di successi che hanno riscattato la fama fino ad allora fortemente negativa dei ristoranti modaioli milanesi (perdipiù in un locale firmato proprio da una griffe!), ha aperto assieme a dei soci il bistrot Pisacco e poi Dry, bella idea di abbinare favolosi cocktail a pizze che così buone a Milano non si era abituati a mangiarne. Due tappe d’alleggerimento – coronate peraltro da esiti lusinghieri di critica e di pubblico – prima di tornare a puntare in alto: Andrea Berton Ristorante, dicembre 2013, nello sfavillante centro della Milano contemporanea, quella di Porta Nuova Varesine. La prima stella Michelin arriva subito: novembre 2014. È uno dei locali di punta della rinnovata grande ristorazione meneghina, senza se né ma. Qui propone la propria creatività elegante ed evoluta, dedicando particolare attenzione ai brodi, «alimento che è sempre stato in secondo piano e che ho elevato a piatto vero e proprio».