Il vino per lui non ha segreti. Nei suoi 45 anni di vita ne ha assaggiati oltre 70.000 e, nella cantina del ristorante La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri, ne gestisce oltre settantamila bottiglie di oltre 3500 etichette. Parliamo dell’Ambasciatore del Gusto Marco Reitano, già Chevallier de l’Ordre des Coteaux de Champagne, vincitore del Grand Award di Wine Spectator per la carta dei vini, miglior sommelier italiano per l’Ais nel 2001 e per la guida Identità Golose nel 2012. A ribadire l’accuratezza del suo lavoro è arrivato, adesso, il riconoscimento da parte di 22 critici e giornalisti professionisti della gastronomia in Italia che lo hanno messo in cima alla classifica dei migliori sommelier italiani nel blog gestito da Luciano Pignataro.
A votare sono stati Paolo Marchi di Identità Golose, Guido Barendson (Repubblica Sapori), Clara Barra (Gambero Rosso), Alessandro Bocchetti (Guide Gastronomiche), Fabrizio Carrera (Cronache di Gusto), Alberto Cauzzi (Passione Gourmet), Daniele Cernilli (Doctor Wine), Luigi Cremona (Touring Club), Antonella De Santis (Gambero Rosso), Aldo Fiordelli (Civiltà del Bere, Corriere Fiorentino), Luciano Ferraro (Corriere della Sera), Licia Granello (Repubblica), Barbara Guerra (lsdm – 50 Top Pizza), Luca Iaccarino (Dissapore), Alberto Lupetti (Le mie Bollicine), Alberto Lupini (Italia a Tavola), Luciano Pignataro (Il Mattino), Massimiliano Tonelli (Gambero Rosso), Albert Sapere (lsdm – 50 top pizza), Antonio Scuteri (Repubblica Sapori), Giampaolo Trombetti (Rai Due) e Lorenza Vitali (Witaly).
Gli Ambasciatori come possono farsi portatori di questo tipo di concetti?
«Partendo dal territorio. Sono pochi al mondo i paesi come l’Italia in cui esistono tante cucine locali, tutte strettamente legate ai prodotti della terra. Sono convinto che è grazie a questo legame con agricoltori, allevatori e casari, che ci forniscono ogni giorno ciò che lavoriamo in cucina, che abbiamo raggiunto la nostra terza stella».
Qual è il valore aggiunto che Marco Reitano, anche presidente di Noi di Sala, dà alla sua professione? Probabilmente è l’amore per il suo lavoro che lo fa essere, con il maitre e il personale di sala, il trait d’union tra la cucina e il cliente. La sua competenza – insieme alla sua simpatia da romano purosangue – lo fa entrare subito in rispettosa connessione con i commensali ai quali riesce sempre a consigliare il meglio, senza dimenticare, quando necessità, il rapporto qualità/prezzo. Ma, soprattutto, ricordando sempre che un pessimo accoppiamento tra piatto e vino può rendere dimenticabile la portata perfetta.
Mariella Caruso