Siamo convinti che la collaborazione con l’associazione Ambasciatori del Gusto sia molto importante per diffondere la conoscenza di un prodotto millenario, che si produce innanzitutto come frutto di una radicata passione e tradizione di famiglia, più che per mero ritorno economico. Per questo motivo non esistono aziende che vivono del solo Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP. Un prodotto che è quindi ricco di valori simbolici, ormai estremamente difficili da trovare nell’ambito della produzione agroalimentare.
Basti pensare che le serie di botticelle (chiamate “batterie”) avviate per l’invecchiamento perpetuo del prezioso elisir, venivano annoverate tra i beni di famiglia e dati in dote alle figlie che intendevano sposarsi.
Condividiamo quindi con Ambasciatori del Gusto la missione di diffondere la conoscenza dei prodotti che rendono grande l’Italia enogastronomica.
Gli invecchiamenti estremamente prolungati, superiori per legge a 12 anni o superiori a 25 per l’Extra vecchio, rendono il Balsamico Tradizionale uno dei pochissimi prodotti che richiede un controllo rigoroso del processo, che si estende fino all’imbottigliamento. Questo tipo di controllo, un unicum nel mondo delle certificazioni, è stato scelto per offrire all’utilizzatore finale la certezza di un invecchiamento che viene garantito da un’organizzazione esterna, e non dal produttore.
Perché purtroppo oggi è sempre più facile trovare condimenti-copia che, giocando con una estrema densità e l’equivoco generato da numeri riportati sulle confezioni, vengono spacciati per Balsamici lungamente invecchiati. Cosa che purtroppo, non corrisponde a verità.
Il rigoroso controllo avviene per tramite di un organismo esterno che non solo analizza chimicamente e sensorialmente (tramite maestri assaggiatori indipendenti) il prodotto finito, ma procede anche ad imbottigliarlo sigillandone ogni singola ampollina. Solo in questo modo si può essere certi che il Balsamico Tradizionale, che risponde ai stringenti requisiti d’invecchiamento, analitici e sensoriali, è poi quello che troviamo effettivamente nella bottiglietta.
Il Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia vanta estimatori appassionati in ogni angolo del globo, è un prodotto estremamente locale ma con un’attitudine globale.
Basti pensare che il primo documento nella storia che parla di un aceto prezioso contenuto in piccole botticelle, antesignano e parente stretto di quello che oggi produciamo, risale all’anno mille ed è saldamente legato proprio al territorio di Reggio Emilia. Già a quel tempo, l’imperatore di Germania Enrico III, lo conosceva e ne volle un po’ in dono mentre era diretto a Roma per farsi incoronare dal Papa. Fece tappa in Emilia nel 1046 e il marchese Bonifacio, padre della famosa Matilde di Canossa, nel cuore delle colline Reggiane, gliene regalò un “botticello d’argento”.
Tramite la collaborazione con gli Ambasciatori del Gusto, dediti prima di tutto a diffondere la profonda cultura sulla quale si basa la cucina Italiana, desideriamo riportare l’attenzione su questo prezioso elisir. Da sempre custodito gelosamente nelle soffitte e nei solai, vorremmo che fosse anche per i cuochi, ristoratori e chef, motivo di vanto ed orgoglio come lo è per le famiglie reggiane che lo custodiscono per generazioni.