E due! Secondo anniversario della fondazione dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. Era il 20 giugno 2016, una data che segnava un traguardo importante per tutti i soci fondatori, il concretizzarsi di tanti propositi e progetti, anche il momento in cui svanì ogni dubbio perché chi si presenta davanti a un notaio ha fatto la sua scelta e intende confermarla. Quel giorno eravamo una trentina, in rappresentanza dei 66 fondatori, per presentarci poi ufficialmente al pubblico il 12 ottobre 2016, a Roma.

Un viaggio lungo nel tempo e precede di molto l’incontro a Roma con l’allora Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina. Era il 2 del marzo 2015 e mancavano due mesi appena all’inaugurazione dell’Expo di Milano. Il responsabile del dicastero di via XX Settembre voleva conoscere una folta rappresentanza del mondo della ristorazione nel senso più ampio possibile. Con l’Esposizione Universale alle porte, e in una metropoli come Milano che certo ha orizzonti che superano i suoi caselli autostradali, non aveva senso chiudersi su se stessi. Ci sono mille mondi fuori dall’Italia, è lì che bisogna confrontarsi. Lodarsi rimanendo in casa propria, senza mai misurarsi concretamente con altre figure, altre cucine, altre culture, è un esercizio facile, sterile e per questo pressoché inutile.

Eravamo tutti emozionati quel marzo 2015 come in un successivo incontro il 27 luglio all’interno di Expo, fino al 20 giugno di due estati fa. Emozionati perché questa associazione è nata da presupposti diversi da quelli comuni a diversi altri organismi. Non migliori, si badi bene, differenti. E se sempre più persone chiedono informazioni e sempre più risultato gli iscritti, è perché molti hanno perfettamente colto i nostri propositi. Non si fa mai abbastanza per migliorare i rapporti con gli organi di controllo e quelli legislativi e con le realtà legate al mondo dell’istruzione. Siamo i primi a sapere che la burocrazia è un moloch titanico, abbiamo ben presente che la scuola ha bisogno di una profonda rivoluzione, ma lamentarsi e basta non porta a nulla.

E poi l’altra linea maestra: la valorizzazione della cucina italiana e dei prodotti italiani ai quattro angoli del pianeta. Anche in questo caso gli sforzi non bastano mai. Manca una mentalità comune, mancano strumenti e mezzi, altre nazione dominano il commercio, la distribuzione e il marketing mondiali. Ma, come sopra: o si inizia o si rimane eternamente fermi.

L’associazione è nata per questo, è sbocciata dal rapporto di stima tra Cristina Bowerman, Cesare Battisti e il sottoscritto, da un nostro – e non solo nostro – continuo confronto come da più momenti condivisi con Carlo Petrini, non a caso nostro presidente onorario, e con Gianluca De Cristofaro, già al ministero retto allora dall’onorevole Maurizio Martina.

Nel mio piccolo, la nascita del sodalizio ha dato forma a diversi tentativi personali di creare una realtà che, partendo da cuochi e ristoratori, arrivasse a comprendere ogni altro aspetto legato al mondo dei pubblici esercizi. A fine Anni Zero, sulla scia delle primissime edizioni di Identità Golose, il debutto nel gennaio 2005, ricordo come un pugno di chef si ritrovarono un pomeriggio da Carlo Cracco per proseguire con un secondo incontro in una sede diversa in corso Venezia a Milano. I tempi però non erano maturi. Lo sarebbero diventati circa otto anni dopo.

Buon compleanno Ambasciatori del Gusto!

Paolo Marchi